Libri, rose e Open Arms

Finalmente, dopo 100 giorni, il governo socialista permette alla Open Arms di lasciare il porto di Barcellona per portare aiuti umanitari all’isola greca di Lesbo. Però con l’ordine di non salvare imbarcazioni di immigrati… Sinceramente non vedo grande differenza tra i porti chiusi di Salvini e impedire alla Open Arms di soccorrere zattere nel mediterraneo. Ora, se nel viaggio di ritorno, con le stive vuote, per casualità si incontrasse un barcone in difficoltà, come si comporterà la ONG catalana?

Intanto nella penisola siamo nel pieno della campagna elettorale, tra sfilate pasquali, interviste nelle carceri e la festa di Sant Jordi. La tradizione catalana vuole che per la festa di Sant Jordi si regali un libro ed una rosa. In origine ovviamente il libro si regalava all’uomo, mentre la rosa alla donna. Ma per fortuna i tempi sono cambiati, ed ora il regalo è libro più rosa, i due insieme. Fa onore una festa popolare in cui si regalano libri, dovrebbe spargersi per tutto il continente…
E come ogni anno, si fanno i conti sui libri più venduti. Per il genere no-fiction, in lingua catalana, i due libri più venduti sono il libro di favole per bimbi, scritto in carcere da Oriol Junqueras, e dedicato ai suoi figli piccoli, e il libro intervista di Jordi Sànchez. Insomma, il tema dell’indipendentismo e dei prigionieri politici, porta i libri in vetta delle classifiche.
Intanto, in un paesino dell’Andalucia, vicino Sevilla, per la parata pasquale, hanno pensato bene di fare un fantoccio con le sembianze di Puigdemont, con laccio giallo e bandiera indipendentista in spalla, per poi farlo fucilare a salve dalla polizia municipale locale, ed infine bruciarlo. La Generalitat catalana ha deciso denunciare alla Fiscalia il fatto come “istigazione all’odio”, ed i suoi rappresententi si domandano, in conferenza stampa, come mai la Fiscalia non abbia già agito d’ufficio… Ma non è l’unico caso “pittoresco” di questa semana santa, in rete gira il video di un bimbo di 3 o 4 anni, vestito da “legionario” (una formazione paramilitare, cristiano-fascista, che appoggiò il regime fascista di Francisco Franco), con fucile in mano, facendo il passo dell’oca. Il tutto in una processione religiosa… Poi c’è ancora chi dice che in Catalunya si “addotrinano” i bambini…

Mentre al processo è un po cambiata la musica. Finiti gli interrogatori a Guardia Civil e Policia Nacional, si torna a vedere le faccie dei testimoni. Infatti i Mossos, a differenza dei loro colleghi spagnoli, non si fanno problemi per farsi intervistare in diretta televisiva, ma sopratutto danno una versione completamente opposta a quella dei colleghi. Con tutta la tranquillità del mondo, raccontano il pacifismo delle manifestazioni, di come Jordi Sànchez abbia felicemente collaborato con loro durante i fatti del 20 settembre, facilitando il lavoro con la creazione del cordone di volontari, e del fatto che non furono informati della rottura della collaborazione tra i differenti corpi, ma lo hanno capito semplicemente dai fatti.
Poi è stato il turno della sindaca di Sant Vinçent dels Horts, Mayte Aymerich, che è andata a votare accompagnando Oriol Junqueras. I due si sono trovati il colleggio chiuso dai Mossos d’Esquadra, e sono stati costretti a dirigersi ad un altro seggio di Sant Vinçent. Questo a dimostrazione che i Mossos hanno chiuso seggi, ma lo hanno fatto senza la necessità della violenza.
La testimonianza più interessante, è stata certamente quella di David Fernàndez, ex deputato della CUP, che si è presentato con una maglietta con un omaggio al giudice Falcone. Riguardo ai fatti del primo ottobre, racconta che è andato a difendere i seggi, cosciente del divieto dei tribunali, e dell’illegalità del fatto, ma insiste che se il diritto all’autodeterminazione è un delitto, lui si dichiara colpevole e reticente, perchè continuerà a disobbedire fino a quando il diritto all’autodeterminazione non sarà riconosciuto. Sui fatti del 20 settembre, con lui invece si è parlato sopratutto della perquisizione alla sede della CUP, che lui ha definito come “la situazione antigiuridica più anomala che mai ha vissuto”. 8 ore di tentata perquisizione senza nessun mandato giudiziario, con la Guardia Civil che si impossessava di propaganda elettorale senza nessuna motivazione e non dava nessuna spiegazione dei fatti. Sottolinea continuamente l’attegiamento pacifico anche se determinato dei manifestanti a difesa della sede. Poi Fernàndez si è lamentato di dover rispondere all’estrema destra fascista, ma lo ha fatto per mantenere valida la sua testimonianza…

Nel frattempo, la destra inizia ad organizzarsi per le elezioni europee, e sia il PP, che Ciutadanos, decidono di rivolgersi alla Junta Electoral per invalidare le candidature europee di Carles Puigdemont, Carla Ponsatí e Toni Comín. La prima motivazione è che sono “in fuga” dalla giustizia spagnola, ma questa potrebbe cadere visto che tutti e tre si sono presentati nei tribunali dei rispettivi paesi di residenza e sono stati prosciolti. La seconda è per il fatto di essere residenti all’estero, quindi sostengono che dovrebbero iscriversi al censo elettorale per residenti all’estero e, per farlo, dovrebbero presentarsi alle rispettive ambasciate spagnole, dove però sarebbero inmediatamente arrestati… Vedremo come va a finire questa denuncia…

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