La giornata di ieri è iniziata con una mega operazione della Guardia Civil, che ha coivolto la bellezza di 500 agenti. Decine di perquisizioni principalmente nella cittadina di Sabadell e in paesini limitrofi. Porte buttate giù all’alba in casa di famiglie con bambini… La cosa dev’essere grave. E così sembra anche dalle accuse ai 9 arrestati: terrorismo, ribellione e possesso di materiale esplosivo. A prima vista sembrerebbe che la frustrazione che ha generato il conflitto catalano, la repressione, i processi eccetera, abbiano portato qualcuno a fare scelte estreme…
Poi però si viene a sapere che il Fiscal che ha ordinato gli arresti, è lo stesso che ordinò l’arresto per terrorismo anche di Tamara Carrasco e Adrià Carrasco (il secondo fuggito in Belgio e considerato uno degli esuli catalani come il rapper Valtonic e alcuni dei membri del governo di Piugdemont), al quale fu poi tolto il caso, caso da cui furono tolte le accuse di terrorismo, trasformate nel più semplice reato di “disordine pubblico”.
Gli arrestati, come i due Carrasco (il cognome è solo una coincidenza), facevano tutti parte dei CDR (comitati di difesa della repubblica). I nove arrestati di ieri, erano in quello di Sabadell.
Poi si aggiungono che anche i documenti che la Guardia Civil porta ai giornalisti in conferenza stampa. Nel comunicato stampa è un continuo di condizionali: materiale che potrebbe essere utilizzato per la fabbricazione di esplosivi, il continuo rimando ad analisi scientifiche per la dimostrazione che il materiale sia effettivamente pericoloso, ancora da fare ecc…. Mostrano un video dove si vedono dei pentoloni con dei liquidi, ma senza dire nè il luogo dove siano stati sequestrati, e sopratutto neanche di che liquidi si tratta. Non specificano neanche che tipo di materiali potenzialmente esplosivi siano stati sequestrati. Insomma, una vaghezza totale.
Poi, come ciliegina sulla torta, esce fuori che uno degli arrestati, era un responsabile delle feste patronali della città, e si occupava proprio dei fuochi d’artificio…
Che poi di materiali che potrebbero servire a fabbricare esplosivi, molti li abbiamo in casa, come la varicchina per esempio…
Dei nove arrestati, due sono stati rilasciati dopo l’interrogatorio nella caserma della Guardia Civil di Travessera de Gracia di Barcellona. Cosa alquanto curiosa visto la gravità delle accuse… Mentre gli altri sette sono stati inmediatamente trasferiti a Madrid, per farli interrogare dei giudici della Audiencia Nacional (che era il tribunale politico del franchismo, con un nuovo nome e ora utilizzato per casi di terrorismo. Di questo tribunale, non ne esiste uno corrispondente in nessun paese dell’Unione Europea).
Immediatamente si formano cortei spontanei di protesta. A Sabadell, ma anche Vic, Tarragona, Girona, Manresa, Lleida, Barcellona e in decine di località minori catalane. Altre manifestazioni di protesta sono previste per la giornata di oggi.
Tutti i partiti indipendentisti fanno subito quadrato, e denunciano la criminalizzazione che lo stato spagnolo vuole fare del movimento indipendentista, tra l’altro a pochi giorni dalla sentenza del grande processo contro i politici catalani. Infatti, pochi giorni fa si è venuto a sapere che la sentenza sarà presentata entro i primi dieci giorni di ottobre, in perfetta coincidenza con la festa nazionale spagnola del 12 ottobre… La data però fa anche pensare che si vogliano evitare due possibili coincidenze. La prima è che il 14, il tribunale europeo dovrebbe emettere la sentenza sull’immunità parlamentare di Oriol Junqueras. La cosa curiosa è che è stato proprio il Tribunal Supremo a chiedere a quello europeo come si sarebbe dovuto comportare con l’elezione a deputato europeo dell’imputato Junqueras, però non vuole rischiare di ascoltare la sentenza, che se fosse favorevole all’immunità, farebbe slittare la sentenza di molti mesi almeno, ossia dopo che il tribunale abbia chiesto il permesso al parlamento europeo di poter giudicare il Junqueras, e potendolo fare solo dopo un’eventuale risposta affermativa…. Quindi meglio emettere la sentenza prima, con una bella condanna per ribellione, che gli inibirebbe i diritti politici, quindi automaticamente non potrebbe più essere deputato europeo, e cadrebbe l’immunità… Poi c’è anche il fatto che a breve Jordi Sanchez e Jordi Cruixard stanno per compiere due anni di prigione preventiva, e secondo la legge spagnola dovrebbero quindi essere messi in libertà.
Quindi si taglia la testa al toro e si anticipa la condanna in tempo per farla festeggiare alla grande festa dell’orgoglio nazionale (nazionalista) del 12 ottobre.
Sul fronte politico, anche Ada Colau e Els Comuns protestano per gli arresti e denunciano il clima repressivo. E, incredibilmente, si accoda anche Miquel Iceta (leader dei socialisti catalani), che afferma che gli indipendentisti sono sostanzialmente pacifici, però rimanda il giudizio alla magistratura, con la dovuta fiducia nello stato di diritto. Silenzio per il momento da parte del governo socialista, che sarà in funzione quando sarà emessa la sentenza, in attesa delle prossime elezioni di novembre (che sicuramente saranno fortemente condizionate dalla sentenza ai politici catalani). Chi brinda sono invece i partiti della destra spagnola: PP, Ciutadanos e i dichiarati fascisti di Vox, che ancora prima dei risultati scientifici, danno per scontato che si stavano preparando attentati e ringraziano la benemerita di aver salvato chissà quante vite civili, grazie agli arresti.
Come commentava stamattina un noto quotidiano catalano: lo stato spagnolo è una fabbrica di indipendentisti! Infatti gli arresti di ieri hanno riacceso l’indignazione popolare, scaldando ulteriormente gli animi, in anticipo sulla grande esplosione che ci si aspetta una volta emessa la sentenza. Tsunami democratico, cosi viene preventivamente chiamata la grande protesta che si sta preparando. Al momento poco organizzata, e con decisamente poco accordo tra partiti, organizzazioni civili e sindacati. Ma sarà la sentenza che determinerà l’unione e la forza della risposta popolare. Più saranno gli anni di carcere, più saranno rumorose le proteste…
C’è da aspettarsi che la Catalunya tornerà presto nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.