Da giorni ormai anche la Spagna ha decretato il confinamento delle persone come già da tempo avviene in Italia. Ma anche una misura così ovvia in un momento storico così particolare, può avere differenze politiche sul come, sul quando, come anche sulle mille sfumature del caso.
Andiamo per ordine.
Venerdì 5 marzo, il partito neofascista Vox organizza un convegno a Vistalegre con 6000 partecipanti, e con uno dei suoi due leader, Ortega Smith, appena rientrato da un convegno di neofascisti a Milano… Pochi giorni dopo, Ortega Smith risulta infetto da coronavirus… Nei giorni seguenti viene visto girando in strada insieme all’aziana madre, rifiutandosi di rispondere alle domande dei giornalisti.
Sulle reti sociali è un festeggiare del mondo antifascista. Ma il festeggiamento dura poco.
Domenica 8 marzo, sia il PSOE che Podemos, i due partiti al governo, come anche i collettivi femministi di base, non se la sentono di annullare le grandi manifestazioni della giornata della donna, in particolar modo quest’anno, visto che il nuovo esegutivo progressista ha varato una nuova legge sulla violenza di genere giusto in tempo per essere festeggiata dalle masse. La prima firmataria della legge è Irene Montero di Unidas Podemos, compagna di Pablo Iglesias. E giustamente è andata a farsi baciare ed abbracciare da migliaia di manifestanti al corteo.
Due giorni dopo la manifestazione, Irene Montero è risultata positiva al coronavirus.
Ora sono i militanti di Vox, feroci antifemministi, a festeggiare in rete.
Nella settimana successiva, i numeri degli infettati aumentano precipitosamente, e fanno rendere conto a tutti, che la situazione nella penisola iberica è uguale a quella italiana, semplicemente con una decina di giorni di ritardo.
I focolai principali, sono Madrid (oggi ha più infetti che Milano), Vitoria nel País Basco e la Catalunya.
Nella piccola cittadina catalana di Igualada, il focolaio è forte, e l’unico ospedale non è in grado di reggere un impatto così forte. La Generalitat dedide quindi il confinamento forzato della cittadina e di alcune comarche limitrofe.
Inoltre, la generalitat catalana chiede al governo centrale di chiudere frontiere, porti e aereoporti, ma per il momento non accade nulla.
Sembra regni lo scetticismo a Madrid, e si tarda molto a prendere una decisione. Solamente venerdì 13 il governo centrale emette il decreto. Immediatamente scoppiano le polemiche.
Quelle delle opposizioni di destra si concentrano sul ritardo e sul ridicolo inserimento dei parrucchieri come negozi che devono rimanere aperti durante l’emergenza… Ovviamente si tratta di un errore che sarà velocemente recuperato.
Ma la polemica più grande arriva proprio dalla Catalunya e dal País Basco. Il decreto prevede togliere alle comunità autonome la gestione della sanità per ricentralizzarla. Le due comunità, forti della loro efficenza sanitaria, protestano vivamente, ma la risposta è che il virus non capisce i confini amministrativi.
Curiosamente protesta anche il PP catalano, sostenendo che se non capisce di confini, come mai sono state chiuse le frontiere con la Francia, il Portogallo e il Marocco?
La polemica continua a durare, visto che il presidente catalano Torra, insiste nella necessità di confinare sia Madrid che la Catalunya, e vorrebbe che fossero chiusi anche gli aereoporti catalani come i porti di Barcellona e Tarragona. Anche l’ospedale di Igualada protesta, il mteriale che ha richiesto è stato bloccato a Madrid per inventario dalla Guardia Civil, ma l’ospedale catalano ha un’urgenza immediata… Invece il governo centrale continua a parlare di unità della patria in questo difficile momento, ma non ne vuole sapere di isolare zone specifiche e sotiene che gli inventari sono necessari. E per tutta risposta, oggi, ha mandato i militari per disinfettare le strutture dell’aereoporto del El Prat e del porto di Barcellona. All’oggi, l’unica cittadina isolata in tutta la Spagna, resta Igualada.
Intanto, da lunedì, tutte le sere alle 20, la gente si affaccia alla finestra per applaudire l’impegno di tutto il personale sanitario.
Durante la stessa settimana, si viene a sapere che il Re emerito, Juan Carlos I, è indagato in svizzara per una donazione fatta sottobanco dalla monarchia saudita di 65 milioni di euro, e depositati in una banca elvetica. Ma, visto che si tratta del Re emerito, quindi non più coperto da immunità, anche la fiscalia anticorruzione spagnola ha iniziato a indagare (chissà se lo farà per davvero).
La cosa passa quasi sotto silenzio, visto che il coronavirus fa praticamente da notizia unica, però non del tutto. Quindi, il figlio, l’attuale Re Filippo VI, decide per una mossa spettacolare, e firma un documento in cui rinuncia all’eredità del padre.
La firma di questo documento, a molti ha fatto pensare ad una specie di confessione, ma altri si sono semplicemente sentiti presi per i fondelli: per legge, si può rinunciare all’eredità solo quando l’eredità si presenta, ovvero dopo la morte del padre. Quindi la mossa del Re è priva di copertura legale…
E arriviamo a ieri. Alle 21 il Re fa un comunicato alla nazione a reti unificate. Un ringraziamento al nostro servizio sanitario, unità della patria, restate tutti a casa, è un momento difficile ma la grande nazione spagnola potrà recuperarsi…. Nessuna parola sulla corruzione del padre. Nessuna parola sull’eredità. Nessuna donazione da parte della casa reale….
Alle 21, su invito dell’associazione indipendentista Omnium Cultural, caceroladas in tutta la Catalunya contro il discorso del Re. Migliaia di cittadini si sono messi ai balconi e alle finestre, sbattendo pentole per coprire con il rumore il discorso televisivo del Re.
Ma questa volta è andata diversamentre dalle altre. Nonostante l’invito nasceva in Catalunya e da parte di un’organizzazione indipendentista, sono state fatte caceroladas anche nel País Basco, in Galizia e a Madrid. La protesta si è diffusa.
La risposta dei partiti di destra, invece, è stata quella di applaudire il Re, ma anche quella di suggerire ai suoi elettori, di appendere una bandiera spagnola al balcone, per supportare il Re e la patria nella dura battaglia contro il coronavirus…