Tre giorni di scontri consegutivi e le conseguenze politiche

Continuano ininterrotte le proteste e gli scontri per l’arresto di Pablo Hasél, dopo la conferma della perdita dell’occhio da parte di una giovane ragazza, di appena 19 anni, nella manifestazione di Martedì sera a Barcellona, a causa di una pallottola di Foam sparata dagli agenti della capitale catalana.
Mercoledì ci sono state nuove manifestazioni sparse per tutto il territorio catalano.
A Lleida, la manifestazione ha raggiunto il carcere di Ponent, dove è recluso Hasél, e proprio li sono iniziati gli scontri. Forse era un modo per fargli sentire, tramite i rumori e i botti per gli spari, che fuori si continua la lotta. Sicuro che lui li avrrá ascoltati con orgoglio dalla sua cella…
A Barcellona, dopo una concentrazione pacifica ai gierdinetti di Gracia, quando la manifestazione è scesa ed è arrivata a plaça Urquinaona, sono iniziati gli scontri che sono durati fino a notte inoltrata, con barricate fatte con i cassonetti incendiati e lanci di pietre.
Anche Girona è stata testimone di incidenti tra i manifestanti e i Mossos d’Esquadra, con barricate che hanno tenuto impegnata la polizia catalana per molte ore.
In tutta la Catalunya, si sono registrati una trentina di fermati e una decina di feriti che sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari, con due gravi che sono stati trasferiti in ospedale.
Ma i fatti non si sono limitati al territorio catalano. Infatti mercoledì è stata convocata anche una manifestazione alla Puerta del Sol di Madrid, dove i manifestanti, gridando “Pablo Hasél libero” si sono incasmminati direttamente verso i cordoni della Policia Nacional, che non si è fatta certo pregare ed ha inmediatamente caricato. A Madrid ci sono stati 19 fermati e 55 feriti.
La terza giornata di protesta, quella di Giovedì, inizia a Barcellona, con una jam session di rappers a Plaça Tetuan. Poi però il corteo inizia a muoversi, e questa volta si dirige verso la sede della consiglieria d’interiori (il ministero degli interni del governo catalano), responsabilizando così il governo catalano della perdita dell’occhio della giovane barcellonina e del comportamento della polizia catalana.
Barricate con cassonetti e auto incendiate, vetrine di banche e nogozi distrutte, sassaiole.
Su Carrer Aragon, l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato che l’incendio arrivasse anche a due edifici ed obbligasse allo sgombro degli abitanti. La serata si è conclusa con 8 detenuti e 6 feriti, di cui due gravi.
Anche a Sabadell e Tarragona ci sono stati incidenti. Nell’antica cittadina romana di Tarragona, un auto dei vigili urbani ha investito volontariamente un manifestante, che per fortuna non ha ricevuto gravi danni.
A Valencia invece ha fatto scandalo il comportamento della Policia Nacional, che ha caricato il corteo pacifico all’improvviso e senza alcuna motivazione apparente. Otto sono i fermati nella capitale Valenciana.
Nel País Basco ci sono state manifestazioni di protesta a Biscaia e a Barcaldo, ma non si sono provocati incidenti.
Continuano le convocazioni di manifestazioni anche fuori della Catalunya. Per oggi ce ne sono di convocate a Binéfar, Léon e Malaga, mentre per Sabato c’è ne sarà una grande a Bilbao.
Ma adesso i tre giorni di scontri fanno tremare i vari governi.
A Barcellona protesta fortemente la CUP (anticapitalisti indipendentisti) che è una formazione chiave per la chiusura degli accordi per il prossimo governo independentista catalano. Quindi anche Junts, la formazione di centrodestra guidata da Puigdemont fa autocritica e, per voce del consigliere degli interni, annuncia delle indagini serie per il caso della dicianovenne che ha perduto un occhio, e una nuova discussione política sull’utilizzo delle palottole di Foam. La cosa non piace ovviamente ai sindacati di polizia, chissà se qualcuno gli ha detto all’orecchio “adesso tocca adeguarsi, sennò non riusciremo a formare il governo”, ma loro minacciano di diventare «ingovernabili» che detto da un corpo di polizia dovrebbe essere una cosa alquanto grave….
Ma il tutto ha anche un ironico sapore amaro. In Catalunya fu fatta una lunga battaglia contro l’utilizzo delle pallottole di gomma, che molti occhi tolsero. E quando fu finalmente vinta con l’illegalizzazione sul territorio di questo tipo di armi, da una parte i Mossos si sono dotati di questi nuovi proiettili di Foam un poco più morbidi, ma che a vedere portano gli stessi risultati. Dall’altra la Policia Nacional e la Guardia Civil, durante le cariche del primo ottobre del ’17, le hanno utilizzate allegramente anche se illegali…
Anche il governo centrale di Madrid si trova scomodo in questa situazione. Tutti i telegiornali europei stanno parlando del caso Hasél, manco si trattasse della Turchia. Ed ovviamente la cosa non piace all’esegutivo madrilegno.
Tra l’altro trovandosi in una comunità autonoma guidata dalla destra, la cui presidente grida contro questi “quattro straccioni” che vogliono difendere questo “delinquente” che ha meno arte di noi quando facciamo un karaoke ubriachi… A volte, dall’esterno è difficile distinguere bene chi dice cosa. E il governo sempre più imbarazzato.
Mentre alcuni di Podemos si indignano per le violenze della polizia, una ministra socialista si indigna per i mobiliari urbani distrutti e i cassonetti incendiati. Eppure siedono insieme nel consiglio dei ministri…
Podemos chiede un indulto per Hasél e Valtonic, che si trova esiliato in Belgio. Mentre c’è anche chi, dalle fila governative, propone di depenalizzare il reato, ossia posso sempre processarti per reati legati al diritto d’espressione, però potrò solo multarti, o ritirarti il passaporto… insomma pene amministrative. Ma il diritto europeo non ammette che esistano reati d’espressione o di pensiero… Sembra proprio che neanche il governo più a sinistra della storia spagnola sia in grado di affrontare l’atteggiamento repressivo e paternalista di uno stato spagnolo che ancora non è in grado di liberarsi del tanto franchismo che resta nelle strutture statali…
E Pablo Hasél si è trasformato nell’evidenza di questa contraddizione.

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