Quinta notte di scontri, cambiando tattica

A Barcellona spesso i cortei partono dai quartieri. Quindi mentre mi dirigevo verso la metro, incontro un grupo di una cinquantina di persone che camminavano in mezzo alla strada gridando slogan. Erano i gruppi di Horta e del Guinardò, il mio quartiere.
Scendo con loro, e all’altezza del piazzale di Glories ci uniamo al resto della colonna che viene dal Clot e da altri quartieri della zona nord della città. In tutto saranno un migliaio, e strada facendo si uniscono passanti. Si fa tutta la Gran Via, fino ad arrivare ad una Plaça Universitat già strapiena. La colonna proveniente dai quartieri a nord, ha difficoltà ad entrare nella Piazza. Per fortuna erano gli ultimi attesi, e finalmente il corteo può muoversi.
La Guardia Urbana parlerà di 6000 persone, ma a me sembravano molte di più.
Si parte facendo i 500 metri che ci separano da Plaça Catalunya e poi i successivi 200 per Plaça Urquinaona, ma non appena la testa del corteo gira per andare verso Via Laietana, si incontra con un grosso blocco di Mossos d’Esquadra che non danno tempo al resto del corteo di entrare, subito caricano violentemente.
Questa volta niente (o pochi) proiettili di Foam, ma manganelli, tante manganellate. E caroselli con i furgoni.
La carica provoca l’effetto dispersione. Molti si spargono in piccoli gruppi, ma poi riusciranno a riunirsi su Passeig de Gracia. Li si rimarrà fermi per un po’, aspettando che tutti rientrino nel corteo.
E allora alcuni iniziano un assalto alla Borsa de Barcelona, provocando un incendio al portone d’entrata.
Dalla parte bassa iniziano ad arrivare i furgoni dei Mossos, che iniziano a premere e il corteo inizia a risalire verso la Diagonal e il quartiere di Gracia.
Durante la risalita, alcuni gruppi fanno barricate alla coda del corteo con mondezza e cassonetti. Altri si preoccupano di spostare i motorini parcheggiati per evitare che prendano fuoco.
Altri ancora invece attaccano le vetrine delle banche e dei negozi di lusso del viale (Versace, Nike, Desigual ecc). Alcune vetrine cedono. In molti entrano ed iniziano a buttare di fuori i vestiti che molti giovani si porteranno a casa come trofeo, mentre per altri sarà il motivo per un’entrata in prigione…
Quando il corteo arriva all’altezza di Gracia,continua a ricevere moltissime cariche e caroselli dei furgoni. Molti cercheranno rifugio nelle entrate della metro, ma nel frattempo alcune erano state chiuse, mentre altre erano ancora aperte per la palese e volontaria lentezza dei dipendenti della metropolitana, che permettevano a chi volesse scappare di entrare anche senza pagare.
La determinazione dei Mossos non si placa, e continuano cariche sempre molto violente. Molti giornalisti e fotografi sono stati colpiti e spesso gli è stato impedito di lavorare.
Gli scontri proseguono nei vicoli dell’antico quartiere di Gracia, diminuendo il gruppo del corteo carica dopo carica. Quando ne sono rimasti appena alcune centinaia, i Mossos li rinchiudono in un vicolo, caricando contemporaneamente da ambe due i lati, ma lasciando poi una piccola uscita, a mo’ di imbuto, dove per uscire eri costretto a prenderti delle manganellate.
Non stanchi, i Mossos inseguiranno alcuni manifestanti fin dentro la metropolitana.
Si saprà poi che c’era lo stesso Trapero, il capo della polizia catalana, a dirigere le operazioni sul posto.
In serata, il consigliere degli interni, Sàmper, in un’intervista televisiva assicura che più del 70% dei partecipanti neanche sapevano chi era Hasél, che si trattava solo di teppisti…
Oggi parteciperà alla riunione con i rappresentanti sindacali del corpo, ma sembrerebbe che la pace tra loro ormai è fatta.
Anche a Lleida, le cariche sono iniziate praticamente subito, dopo poche centinaia di metri. E alcuni incidenti si sono registrati anche a Tarragona, mentre a Sabadell e a Girona non ci sono stati scontri.
In tutto ci sono stati 38 arresti, 35 dei quali a Barcellona, di cui 13 minorenni.
Anche fuori dalla Catalunya ci sono stati cortei. A Madrid le cronache parlano di una manifestazione tranquilla, anche se fortemente militarizzata. Nonostante questo, cinque giovani sono stati ugualmente arrestati. Pacifica anche la manifestazione di Pamplona.
Questa sarebbe dovuta essre la settimana in cui si parlava della formazione del governo catalano, ma il caso Hasél a sbancato tutte le previsioni.
Hasél arriva dopo Valtonic, La Insurgencia, i burattinai di Madrid, comici come Willi Toledo, ma anche dopo le cariche al referendum, dopo il proceso all’indipendentismo, le settimane di scontri dell’autunno del ’19, dopo uno stato che  continua con pratiche e convinzioni dei tempi della dittatura, e una repressione sia generale che amplificata nel caso della Catalunya…
E anche dopo un anno di pandemia, di migliaia di posti di lavoro persi, di prospettive sciolte come neve al sole, di ulteriori diritti negati…
Se lo stato non è in grado di capire tutto questo, credo che di cose del genere ne vedremo sempre più spesso…

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