Sono otto gli arresti confermati senza possibilità di uscire sotto cauzione. Cinque uomini e tre donne. Sei italiani un francese e un catalano. Sarebbero anarchici, e vivono in edifici occupati tra Matarò e Canet de Mar, nel Maresme, la zona costiera inmediatamente al nord di Barcellona.
I reati sono disordini pubblici, danni, organizzazione criminale e tentato omicidio.
L’accusa più pesante, quella di tentato omicidio, sembra sia riservata solo ad una ragazza italiana, identificata come quella che tentò, prima di tirare una bottiglia molotv contro il furgone della Guardia Urbana, sulle Ramblas di Barcellona. Non riuscendoci e rischiando quasi di tirarsela addosso lei stessa, successivamente si avvicina al furgone con una bottiglia di liquido infiammabile e con quella riesce a far prendere fuoco alla carrozzaria esterna del furgone. Il caso vuole che all’interno del furgone fosse rimasto un agente, che è prontamente uscito e non ha ricevuto danni. Neanche avrebbe potuto averne, visto che il fuoco si è spento dopo pochi minuti. Ma la sua presenza determina il reato di tentato omicidio, cosa che può costare molto caro alla ragazza.
Non è la prima volta che si accusano anarchici italiani. Alcune volte furono campagne stampa, altre vere e proprie retate finite, dopo anni di incartamenti e con reati che parlavano di organizzazioni terroriste, in una banale archiviazione.
Ma in questo caso è diverso, il reato è stato ripreso in diretta dalle televisioni di mezzo mondo.
Inoltre il capro espiatorio dell’infiltrato straniero è funzionale per molti.
Proprio il caso del vigile rimasto nel furgone aveva determinato una serrata di file istituzionale, dove la sindaca Ada Colau insieme al presidente catalano in funzione, Pere Aragonés, hanno condannato le violenze degli ultimi giorni sostenendo l’operato delle forze dell’ordine.
Comunque sia la discussione rimane fortunatamente aperta. Un arco parlamentare che arriva quasi al 70% denuncia la repressione sistematica da quattro anni a questa parte e riconosce che i fatti degli ultimi giorni hanno delle radici che vanno analizzate e risolte. Poi c’è una parte consistente di formazioni di sinistra (determinanti inoltre per la formazione di un futuro governo) che è decisa a mettere in discussione il modelo di ordine pubblico, anche in conseguenza alle discussioni nate sull’onda dei Black Live Metter in molte città statunitensi.
La guerriglia urbana non sembra aver eccessivamente scandalizzato l’opinione pubblica: Sabato, nel centro storico di Lleida, un grupo di una decina di persone di una certa età, tutti con i capelli bianchi, si è incatenata ad una antica fontana del centro cittadino in sostegno dei “nostri giovani” e contro le violenze della polizia.
E in molti sospettano che in fondo il tutto sia strumentale. Non pochi hanno notato che l’arresto del rapper Pablo Hasél, che tutti sapevano avrebbe provocato reazioni, è avvenuto dopo le elezioni che confermavano la schiacciante vittoria dell’indipendentismo.
Anche molte critiche e analisi rispetto agli scontri dei primi giorni, sono dirette a una gestione dell’ordine pubblico volta a provocare scontri anzichè prevenirli.
Poi le proteste di associazioni imprenditoriali si fanno paradossali quando gli industriali chiedono la formazione di un governo di sinistra…. Di sinistra? Se ERC (centrosinistra independentista) sommase i propri voti con i Comuns(gli alleati di Podemos in Catalunya) e con i socialista del PSC, si spaccherebbe il fronte independentista, e si lascerebbe fuori anche gli anticapitalisti della CUP. In parole povere, per la grande industria spagnola gli indipendentisti sono più rivoluzionari della sinistra, quindi se proprio non posso avere un governo di destra, mi accontento di uno di sinistra basta che non sia independentista…
Ma anche la magistratura collabora nell’operazione. L’inquisizione per il reato di disobbedienza per il presidente del parlamento catalano e tre membri del tavolo di presidenza, arrivata per aver permesso una discussione sull’autodeterminazione e contro la monarchia spagnola, arriva casualmente adesso e non un anno fa quando si è verificata la discussione. Arriva appena una manciata di giorni dopo che la CUP ha chiesto la presidenza del parlamento a cambio del sostegno esterno ad un nuovo governo independentista… È un chiaro avviso per la CUP o per chi gestirà quel ruolo. Per quali discussioni e votazioni permetterà o meno all’aula…Un avviso che suona quasi a minaccia…
E se gli sforzi non bastassero, si può sempre chiedere una mano alla casa reale…
Quindi si viene a sapere che venerdì prossimo il monarca farà una visita nella capitale catalana.
La monarchia corrotta; qualla con il Re emerito oramai da tempo rifugiato negli Emirati Arabi; quel Re che sta cercando di mandare milioni di euro al ministero delle finanze contando sul fatto di non venire inquisito per frode fiscale, corruzzione e chissà quanti altri reati; quel Re che è anche indagato per rati fiscali in Svizzara; la stessa casa reale e la stessa corruzione che denunciava Pablo Hasél nelle sue canzoni e per cui è stato arrestato; quel Re incoronato da un dittatore fascista e mai referendato dal popolo; quel Re emerito che si è fatto vaccinare negli Emirati, insieme alle due nipotine che sono andate a trovarlo, creando l’ennesimo scandalo nell’opinione pubblica…
Quella stessa casa reale sarà in visita venerdì, e a pensar male, potrebbe venire proprio per provocare nuove proteste…