Tutti
pronti ai blocchi di partenza, in attesa del via, che darà la
magistratura con la sentenza.
Quindi la ANC insieme a Omnium
Cultural hanno organizzato 5 marce che partiranno rispettivamente da
Girona, Vic, Brega, Tàrrega e Tarragona. Tutte e cinque si
diriggeranno a Barcellona, facendo un percorso di 100 km circa, per
la durata di 3 giorni.
I CDR si aggiungeranno alle cinque
manifestazioni.
Il sindacato indipendente CSC ha convocato uno
sciopero generale per venerdì 18. La richiesta dello sciopero
avviene includendo richieste come l’aumento del salario minimo, però
ovviamente, come già successo nei precedenti scioperi generali, non
essendo uno sciopero per motivazioni realmente legate al mondo del
lavoro, sarà più un “blocco del paese” da parte della
cittadinanza, ed avrà un minor impatto nel mondo prettamente
lavorativo.
La piattaforma “Tsunami democràtic” sta
organizzando una serie di blocchi delle infrastrutture (autostarde,
stazioni ecc) intermittenti e casuali dal giorno della sentenza fino
alla fine di gennaio.
Lo stato centrale invia 1500 tra Policia
Nacional e Guardia Civil, da aggiungere ai 4000 già residenti in
Catalunya, per aiutare i Mossos d’Esquadra alla difesa dei punti
sensibili, come palazzi istituzionali, aereoporti, stazioni ecc. C’è
da dire però, che già ne erano state inviate alcune centinaia nei
mesi estivi, senza che la cosa avesse molta eco nei media. In questo
caso, a differenza di due anni fa, il coordinamento dei differenti
corpi di polizia, sarà affidato ai Mossos d’Esquadra.
I Mossos,
ancora una volta si troveranno nell’occhio del ciclone. Già pochi
girni fa, con un notevole effetto simbolico, visto che è avvenuto il
primo ottobre, il direttore generale del corpo ha dato le dimissioni,
ed è stato sostituito da un nuovo direttore vicino ai partiti
indipendentisti. I Mossos dipendono dalla consiglieria di interiore
della generalitat catalana (con l’esclusione del ruolo di polizia
giudiziaria che ricoprono nel momento che si presenti un ordine della
magistratura), e coordineranno i corpi di polizia direttamente alle
dipendenze dello stato centrale spagnolo… Una contradizione che
renderà il loro ruolo, a dir poco, in una posizione delicata…
Il
Tribunal Supremo ci comunica che non sospenderà (come
richiesto dall’avvocato di Junqueras) la sentenza per aspettare la
sentenza del tribunale europeo sopra l’immunità parlamentare di
Junqueras, e quindi si prevede che sarà proprio il 14 il giorno in
cui farà conoscere la sentenza, coincidendo curiosamente (e forse
con una certa dose di mancanza di rispetto) con quella che emetterà
il tribunale europeo.
Mentre il tribunale che a Barcellona sta
indagando le forze di polizia per le cariche del primo ottobre, ha
convocato per completo la Brigata di Informazione della Guardia
Civil, per riuscire a venire a capo sulla catena di comando
dell’operazione, visto che a distanza di due anni, ancora non si sa
chi è che ha dato l’ordine di caricare i seggi, e neanche chi, poco
dopo l’ora di pranzo, ha dato l’ordine di ritirarsi e non attaccare
più i seggi.
Intanto la Guardia Civil decora con la medaglia
d’onore il magistrato Ramírez Sunyer (fu il magistrato che aprì la
causa contro gli indipendentisti, deceduto a novembre del ’18), la
sua segretaria Monserrat Del Toro, testimone nel processo contro gli
indipendentisti, famosa per la testimonianza della perquisizione alla
Consilleria de Economia, ed altri testimoni chiave del
processo… Ossia, ancora prima dell’emissione della sentenza, si
danno premi ai testimoni a favore e ai giudici che hanno aperto la
causa… La famosa separazione dei poteri, no?
C’è invece chi
vive l’arrivo della sentenza, come una manna dal cielo durante la
campagna elettorale. Quindi c’è chi decide anticipare l’apertura
ufficile della campagna, e usa il parlamento catalano come fosse un
comizio elettorale in tutto lo stato. Infatti due giorni fa
Ciutadanos ha presentato una mozione di sfiducia contro il presidente
Torra. L’hanno presentata con la certezza di perderla, visto che non
c’erano i numeri, ma nel farlo sapevano che non avrebbero ottenuto
l’appoggio del PSC (socialisti catalani), e quindi, d’ora in poi,
avranno tutto un mese di campagna in cui spacceranno l’astensione del
PSC come un tradimento alla patria da rivendere in Andalucia, Murcia
ecc… La giocata in realtà ha dato un aiuto al governo Torra, visto
che i Comuns di Ada Colau, nonostante le forti critiche al
governo indipendentista, hanno votato contro la sfiducia e quindi a
favore del governo, che ne esce quindi rafforzato.
Si perde nella
confusione e nella preoccupazione della vigilia di un momento
politico delicato, la nuova legge della generalitat catalana, che
decide che a partire del prossimo anno scolastico, l’educazione
sessuale sarà insegnata dall’asilo fino alla fine dei cicli
scolastici obbligatori, trasformandosi in un’avanguardia europea
rispetto al sistema educativo, in tema di genere e femminismo. C’è
da aspettarsi un intervento del Tribunal Costitucional (come
già fatto precedentemente per decine di leggi di stampo
progressista), per bloccare la legge prima della sua messa in
atto.
C’è chi continua a chiedere l’applicazione del 155, chi la
Ley de seguridad nacional, chi, come i fascisti di Vox,
chiedono direttamente le fosse comuni.
Il 12 ottobre è la festa
nazionale in ricordo dello sbarco di Colombo nei Caraibi. La festa
dell’orgoglio patrio. La festa che ci ricorda la grande avventura
imperiale della Spagna, l’onore perduto con la perdita di Cuba e
delle Filippine. La festa nazionalista per antonomasia, con le
sfilate militari e le signore anziane vestite a festa…
Appena
due giorni dal via…
Appena due giorni prima della sentenza…
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