Finalmente si apre il nuovo tavolo di dialogo tra il governo centrale e la Generalitat. L’incontro di oggi dei due presidenti, già promette una data, entro la fine del mese, per un secondo incontro.
L’incontro in se, come anche la conferma di una seconda data in breve tempo, hanno un dato politico di rilievo, il riconoscimento del Presidente Torra e del suo governo come interlocutore valido. E questo nonostante gli sforzi della Junta Electoral Central e del Tribunal Supremo per inabilitarlo, e le grida allo scandalo della destra spagnola. Il PP, è anche andato oltre le semplici grida, ed ha denunciato il Presidente Torra, presso un tribunale catalano, per usurpazione, visto che sostengono che al momento che Torra non è più un deputato, neanche può essere presidente.
Infatti, partendo dallo stesso argomento, il Parlamento catalano ha fatto un ricorso presso il Tribunal Suprem. È stato grazie ad un suggerimento del dipartimento di supporto legale del parlamento, che si è presentato il ricorso, che nel suo scritto si appella proprio all’instabilità giuridica che comporta l’inabilitazione a deputato di un presidente. La legge catalana prevede che solo un deputato possa essere eletto come presidente, però non chiarisce se in un caso del genere, ossia successivamente all’elezione, possa o meno mantenere il ruolo di presidente… Questo vuoto legale, potrebbe portare ad un’instabilità politica non risolvibile legalmente. Il Parlamento, oltre a fare il ricorso, si è preoccuparo anche di rinforsarne il significato, votandolo e approvandolo, oltre che con i voti dei partiti indipendentisti, con quello dei Comuns e con dell’astensione dei socialisti catalani. Le destre ovviamente hanno votato contro.
Il Parlament ha anche votato la creazione di una commissione di investigazione sopra la violenza della polizia nella giornata del referendum del primo ottobre, ma come per quella sul 155, non ha trovato l’approvazione dei partiti unionisti (quindi socialisti compresi), che probabilmente non parteciperanno alla nuova commissione, come non parteciparono alla precedente.
Non contento, l’emiciclo catalano ha anche votato una nuova legge sugli sfratti, che obbliga le banche e le immobiliari a trovare un alloggio sociale agli sfrattati. Anche se è vero che essendo una legge amministrativa e non penale, la multa ricevuta può non fare da deterrente, grazie al ricorso, che allungandone i tempi, renderebbe preaticabile ugualmente lo sfratto… Anche qui l’approvazione avviene grazie ai voti indipendentisti, quelli dei Comuns, l’astenzione dei socialisti, e il voto contrario di PP e Ciutadanos.
Intanto anche l’associazionismo entra nella lunga campagna elettorale catalana, e la ANC invita gli isritti e i simpatizanti a votare solo partiti che contemplino la via unilaterale verso l’indipendenza (quindi chiedendo di non votare ERC che è venuta a patti con il governo PSOE/Podemos per il tavolo di dialogo). Sull’argomento, resta in silenzio l’altra grande associazione indipendentista, Omnium Cultural, che invece di parlare di elezioni, sta facendo un libro bianco sulla repressione statale, partendo dal processo ai politici indipendentisti fino alle cariche della polizia o a processi mediaticamente minori, come quelli del meccanico che non aggiustò le macchine della Guardia Civil o quello a insegnanti che permettevano i dibattiti in classe sui fatti del primo ottobre.
Sul fronte giudiziario/repressivo, si è aperta ieri il processo a 13 membri dei CRD (comitati di difesa della repubblica) presso Tribunal Superior de Justicía de Catalunya, proprio perchè durante una manifestazione di protesta, si sedettero sulla scalinata dello stesso TSJC, inpedendone l’entrata.
In Spagna, a sinistra, iniziano forti polemiche sulla presenza di Podemos nel governo. Ha creato un discreto scandalo il fatto che, durante l’inaugurazione della nuova legislatura, i deputati di Podemos/Comuns non abbiano fatto nessun atto simbolico contro il Re e la casa reale. Molti puristi non hanno digerito il (non) gesto. Ma, d’altronde è la logica dell’amministrazione Colau a Barcellona, ossia atti simbolici come quello di rifiutarsi di partecipare al baciamano al Re, o come togliere il quadro del monarca dalle sale comunali, accompagnati però da un riconoscimento istituzionale negli atti congiunti con la casa reale. Se decidi di far parte di un’istituzione dello stato, non puoi non interagire con le altre istituzioni dello stesso stato (in questo caso la casa reale).
Ma il vero grande scandalo è stato che Podemos abbia votato (insieme al PSOE e a tutti i partiti di destra) per non discutere nel Congresso, della possibilità di rendere pubblico il curriculm di servizio di Billy El Niño, antico dirigente della polizia franchista e noto torturatore. Podemos si è giustificata con dei dubbi giuridici sulla formulazione della proposta (fatta dalla sinistra bascha di EH Bildu), e che in realtà è intenzione del partito di continuare a lottare perchè il congresso tolga le tante medaglie che differenti governi democratici hanno concesso all’ex commissario, e che sperano di vederlo al più presto possibile in carcere. Le giustificazioni non sono bastate a molti, che ora additano sulle reti sociali il partito nato dagli Indignados, accusandolo di essere divantato franchista e monarchico…