Nelle ultime 48 ore, sono state emesse ben due sentenze in due differenti processi al movimiento independentista.
La prima è quella relativa al proceso al tavolo di presidenza del parlamento catalano. Il Tribunal Superior de Justicia de Catalunya (TSJC) ha condannato, per il reato di disobbedienza gli ex vicepresidenti del parlamento Lluís Guinó e Lluís Corominas, l’ex prima segretaria Anna Simó e l’ex quarta segretaria Ramona Barrufet, per un anno e otto mesi di inabilitazione più una multa di 30.000€ a persona. Mentre assolve Mireia Boya, deputata della CUP.
La motivazione è che la presidenza del parlamento ha accettato la discussione in aula di quelle che diventeranno poi le leggi di sconnessione (dallo stato), in seguito annullate da Tribunal Costitucional (TC). La tesi dell’accusa era che i membri del tavolo di presidenza erano stati precedentemente avvertiti dal TC, quindi nel prermettere la discussione parlamentare, hanno disobbedito al tribunale. La tesi della difesa era invece che un tribunale non può decidere di cosa debbano discutere i parlamenti, visto che un parlamento è sovrano. Una sorta di discussione filosofica sulla struttura della democrazia parlamentare.
L’accusa avrebbe preferito il reato di sedizione, che avrebbe comportato anni di carcere, ma i giudici hanno accettato solo il reato di disobbedienza.
Mireia Boya invece, che era stata indagata per aver firmato la proposta di legge in questione, è stata assolta visto che il TC non aveva emesso un’avvertenza similare anche per i deputati. La cosa potrebbe essere determinante anche per Anna Gabriel, sempre della CUP, esiliata in svizzera, e che è indagata per lo stesso reato della Boya, ossia aver firmato la proposta di legge. Manca anche la sentenza a Joan Juspe Nunet (all’epoca al tavolo di presidenza per Els Comuns della Colau e ora deputato per ERC), che sarà giudicato dal Tribunal Supremo di Madrid, visto che è un deputato del congresso.
Ora, questa sentenza è in forte contradizione con quella del Tribunal Supremo, che non ha voluto che la presidente del Tavolo, la Carme Forcadell fosse giudicata dal TSJC insieme ai suoi compagni e per lo stesso reato, ma la ha giudicata a parte, condannandola, oltre che per disobbedienza anche per sedizione. a 11 anni di prigione. È palese la sproporzione delle sentenze, e a molti viene da pensare che la condanna alla Forcadell, si stata più per il suo passato da presidente dell’ANC (una delle due associazioni civiche catalane che organizzavano le grandi manifestazioni indipendentiste) che per il suo ruolo da presidente del parlamento.
I condannati hanno già annunciato che ricorreranno la sentenza, per arrivare, una volta superati i tribunali spagnoli, alla giustizia europea.
E oggi, anche se anticipata ieri da alcuni media, arriva la sentenza, emessa dall’Audiencia Nacional, al Major Trapero e alla cupola della consiglieria degli interni.
Josep Lluí Trapero, ex capo dei Mossos d’Esquadra (la polizia catalana), l’ex direttore generale dei Mossos, Pere Soler, l’ex segretario generale agli interni, Cèsar Puig, e la intendente dei Mossos Teresa Laplana sono stati tutti e quattro assolti sia dal reato di sedizione che da quello di disobbedienza.
Questa sentenza ha un peso specifico immenso. Nel processo contro i politici catalani, il Tribunal Supremo ha accettato la tesi che i politici erano in grado di fare una sedizione (o una ribellione, anche se il reato poi è caduto, si basava però nella stessa tesi) proprio perchè controllavano il corpo dei Mossos d’Esquadra. Avevano un “braccio armato”. Che il referéndum è stato possibile per l’inazione dei Mossos ecc…. Adesso però abbiamo una sentenza che dice che non era così, e che i Mossos non erano il braccio armato dell’indipendentismo, non hanno neanche disobbedito all’ordine dei giudici di impediré il referéndum, visto che nell’ordine della magistratura c’era inserito il concetto di non alterare la convivenza cittadina.
Non solo, cosa ancora più grave, l’Audiencia Nacional non riconosce la testimonianza del Colonello della Guardia Civil, Diedo Pérez de los Cobos. Testimonianza che era la chiave per la dimostrazione della tesi che i Mossos erano il braccio armato, e che è servita, in particolar modo, alla sentenza di Joaquim Forn, ex consigliere degli interni del governo independentista catalano. C’è da ricordare anche che durante il proceso al Tribunal Supremo, le testimonianza di Trapero e di De Los Cobos erano talmente divergenti che in molti si chiesero se non fosse stato il caso di accusare uno dei due per falsa testimonianza….
Ovviamente la cosa non finisce qui, e la Fiscalia (l’accusa) ha già dichiarato che ricorrerà la sentenza, anche se per il codice penale spagnolo, ricorrere un’assoluzione ha una serie di regole specifiche che rendono il ricorso più difficile che in tutti gli altri casi. Poi, una volta esaurite le vie legali spagnole, tutti questi processi arriveranno alla giustizia europea…
E lì potremmo vederne delle belle…
Succede lo stesso nel proceso a Teresa Carrasco, l’attivista dei CDR (Comitati di difesa della repubblica) da poco assolta. Anche in questo caso la Fiscalia ricorrerà la sentenza, e se per caso la sentenza fosse ribaltata, anche questo proceso potrebbe arrivare ai tribunali europei.