Vince l’indipendentismo, crescono le sinistre ma entrano i fascisti in parlamento…

L’indipendentismo supera il 50% sia in voti che in seggi, crescono tutte le formazioni di sinistra ma nonostante il ridimensionamento delle destre, per la prima volta nella breve storia democratica catalana, il partito fascista Vox entra nel parlamento con ben 11 deputati. Il tutto con la partecipazione al voto più bassa della storia, ma non per cause politiche, bensì a causa della pandemia.
Queste elezioni dimostrano che la Spagna e l’Europa dovranno fare i conti con l’indipendentismo catalano, ma anche che la Catalogna dovrà fare i conti con i fieri eredi del Franchismo…
Il tutto nonostante che lo stato si sia impegnato a fondo per togliersi dalle scatole l’indipendentismo una volta per tutte. Varie erano state le mosse della magistratura, coordinate o meno che fossero, ma tutte nella stessa direzione erano dirette.
Prima fu l’interdizione ai pubblici uffici del Presidente Torra, per aver attaccato uno striscione dal balcone della Generalitat in pieno periodo elettorale, con la scritta “democrazia”, visto che quello con scritto “libertà per i prigionieri politici” sembrava troppo di parte durante una campagna elettorale. Ma la magistratura ha creduto che anche l’incitazione alla democrazia fosse di parte e quindi ha processato e poi condannato il presidente, facendo cadere il governo e portando a queste elezioni.
Ma questo era mesi fa, quando ancora non era prevedibile la terza ondata della pandemia.
Quindi, incredibilmente, tutto l’arco parlamentare aveva deciso di rinviare le elezioni a maggio. Proprio tutto no… c’erano i socialisti scontenti che non hanno approvato. I socialisti si erano trovati casualmente un ministro della sanità catalano, al governo centrale di Madrid, proprio all’arrivo dalla pandemia. Non che un ministro di sanità conti molto generalmente, visto che le competenze sono delle comunità autonome, generalmente è una poltrona un po da sfigati… Ma in questo caso la sfiga si è trasformata in fortuna, e Pedro Sanchez non se l’è fatta sfuggire, presentando il ministro di sanità alla presidenza della Generalitat! Mossa maestra. Peccato poi questa fissazione per la sicurezza sanitaria che fa spostare le votazioni e ci potrebbe far perdere il buon momento… metti che abbiamo una quarta ondata o chissà che… a Maggio l’effeto sanità potrebbe non essere lo stesso.
Ed ecco di nuovo che appare la magistratura a risolvere il problema. Un comune cittadino denuncia la votazione parlamentare sostenendo che si sta violando il suo diritto al voto e i giudici sentenziano che le elezioni non si possono spostare a maggio, restando così fissate per il giorno di San Valentino.
Ed infatti i calcoli erano giusti. Salvador Illa, ormai ex ministro di sanità e candidato del PSC (Partito Socialista Catalano) ha ottenuto il massimo dei voti. Ha vinto, come si ostinano a dire molti giornali nella prima pagina di oggi. Ma come spesso accade, in realtà non ha vinto niente perchè non è in grado di sommare sufficenti voti per poter governare (chissà poi se avrebbe accettato i voti dell’estrema destra di Vox per governare, se i numeri lo avessero permesso). Ma un po’ la tradizione (un paese storicamente bipartitista è abituato che il primo partito è quello che governa, quidi è quello che ha vinto) e un po la questione di immagine, mica possiamo far capire a tutta la penisola che l’indipendentismo non solo è vivo e vegeto, ma ha anche la forza di crescere… Quindi tutti a titolare il trionfo dei socialisti….
Ma anche il mondo independentista è in fondo spiazzato dagli eventi. Si era presentato più diviso che mai, con adirittura tre differenti liste di centrodestra: Junts guidata dall’ex presidente Carles Puigdemont; il PDcat che voleva recuperare i voti dell’antica CiU, un po la “balena bianca catalana”, che però non è riuscita ad entrare in parlamento; ed infine il nuovo Partito Nazionalista Catalano, che avrebbe finalmente giustificato molti degli attacchi all’indipendentismo che arrivano dall’Italia, ossia quello di essere come i nostrani leghisti… Ma niente, il nuovo PNC neanche ha ricevuto voti sufficenti per essere citato dai telegiornali della sera…
Anche a sinistra la divisione era netta. Il centro sinistra rappresentato da ERC (Esquerra republicana de Catalunya), giocava al tavolo delle trattative con il governo centrale, quindi da molti era visto come un tradimento verso la purezza independentista che invece era rappresentato dall’estrema sinistra dell CUP (Candidatuta d’Unitat Popular).
Ma i numeri hanno tolto i dubbi a tutti. Che l’indipendentismo abbia superato il 50% era una meta che si sperava da anni, ora diventa un imperativo dargli retta. In fondo ci si è tolti anche il sassolino della leadership, è il centrosinistra di ERC ad aver sommato il massimo dei voti, quindi sarà Aragones il naturale candidato alla presidenza.
E se invece fosse stato il partito di Puigdemont a sommare il massimo dei voti… Non lo sapremo mai ovviamente, ma c’era chi sospettava che ERC sarebbe stata disposta ad un patto con i socialisti per un governo delle sinistra insieme a i Comuns (cosa che i numeri permetterebbero anche adesso).
Si sciolgono al sole anche le destre spagnole. Ciutadanos passa da 36 deputati a solo 6, scomparendo dal panorama di rilevanza. Il PP resta, come da anni ormai, ancorato a solo 3 deputati e non potrà neanche formare un grupo parlamentare. Mentre chi arriva trionfante con 11 seggi sono i fascisti, franchisti, razzisti, omofobi e antifemministi di Vox.
Aragones, spalleggiato dal suo leader ancora in prigione, Oriol Junqueras, ha proposto incontri con tutte le formazioni favorevoli ad un referendum di autodeterminazione e che potrebbero essere determinanti per una amnistia, provando quella che ha denominato Via Ampla (via larga), ossia l’unione dell’indipendentismo ai Comuns per un governo con una forte rappresentazione per affrontare lo stato spagnolo, e chissà, ma se lo stato vorrà essere disponibile a questo dialogo credo vedremo entrare i Comuns nel governo, mentre se non volesse, visto che i Comuns sono anche al governo spagnolo visto la loro alleanza con Podemos, sarà difficile vedere questo governo di larghe intese… Ma le carte sono state appena scoperte sul tavolo, e i giochi sono appena cominciati…
Il tutto mentre un altro rapper catalano, Pablo Hasel, sta per entrare in carcere, mantenendo il Regno di Spagna il primo paese al mondo per artista processati e incarcerati…
Sta per entrare perchè lui ha deciso di non scappare all’estero, come fece il suo collega Valtonic, ma di restare per trasformarsi in spina nel fianco dello stato spagnolo. Ma anche perchè il Fiscal General, ossia quello deciso dal governo, quello che dentro la Fiscalia rappresenta la línea governativa di PSOE e Podemos, ha insistito oggi pubblicamente perchè si applicasse la sentenza e perchè il rapper entri al più presto nelle patrie galere.

Diamo i numeri

PSC 33 deputati 23%
ERC 33 deputati 21,3%
Junts 32 deputati 20,1%
Vox 11 deputati 7,7%
CUP 9 deputati 6,7%
Comuns 8 deputati 6,9%
Cs 6 deputati 5,6%
PP 3 deputati 3,9%
PDcat 0 deputati 2,7%

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